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La terra delle Sirene / 40

Copertina del libro
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Versione stampata

«La Terra delle sirene» 40 si apre con un saggio di due esperte di architettura e paesaggio, Stefania Pollone e Federica Marulo, dedicato al Vallone dei mulini di Sorrento, la bella forra che insieme alle mura protesse la città, quando ancora temeva assalti e saccheggi. Esaminando il luogo da vari punti di vista, le autrici raccontano del fascino che esso acquistò nei secoli agli occhi sia dei sorrentini sia dei viaggiatori stranieri. L’analisi di documenti d’archivio consente pure di ricostruire alcuni passaggi di proprietà del vallone e il suo breve sfruttamento per attività molitorie. Ne scaturisce il quadro di un sito di straordinaria importanza, che numerosi fattori naturali e antropici hanno reso un ‘paesaggio culturale’. Tale realtà andrebbe opportunamente tutelata e non dovrebbe rimanere in mani private, col rischio che discutibili iniziative distruggano quel poco che ne rimane.
Il secondo contributo riguarda l’epidemia di peste che imperversò in Italia fra 1522 e 1530, estendendosi progressivamente dal centro-nord alla parte continentale del Regno di Napoli. Vincenzo Russo descrive i pochi strumenti che la medicina dell’epoca utilizzava contro il morbo e i provvedimenti che i governanti misero in campo per frenare l’importazione del contagio. Il principale fu il controllo dei traffici marittimi e delle persone che entravano nel Regno o si muovevano al suo interno mediante la verifica dei “bollettini”, ovvero dei documenti sanitari rilasciati dalle varie Università. Non si fermarono nel frattempo le guerre fra spagnoli e francesi per il controllo del Regno di Napoli. Una spedizione francese guidata dal visconte di Lautrec ottenne inizialmente dei buoni successi. Fra l’altro il genovese Filippo Doria, alleato dei francesi, sconfisse gli imperiali nella grande battaglia navale di Capo d’Orso, presso Maiori (1528). Anche Sorrento fu costretta a sottomettersi ai vincitori, ma un improvviso voltafaccia del Doria segnò il fallimento dell’impresa di Lautrec.
Segue, a firma di Enzo Puglia, la descrizione di un prezioso libro del Settecento, le Rovine della città di Pesto detta ancora Posidonia di Paolo Antonio Paoli. In quest’opera monumentale, che aprì un nuovo corso degli studi archeologici su Paestum, spicca la Topographia Paestana, che fu la prima carta ad offrire una descrizione dettagliata di quel territorio. Le immagini sireniane che impreziosiscono la Topographia sono autentiche opere d’arte.
Pasquale Vanacore recupera poi nell’Archivio Storico Diocesano di Sorrento una lettera del 1818, con cui un ministro del governo borbonico invitò il Vicario Capitolare della diocesi di Vico Equense a far sì che i sacerdoti convincessero i fedeli a vaccinarsi contro il vaiolo. Il documento, che stigmatizza l’atteggiamento di quanti diffidavano dei vaccini, appare di estrema attualità.
Eduardo Federico ricorda quindi il filologo tedesco Humbert Kesel (1899-1998), studioso dell’epoca greco-romana di Capri. Kesel raccolse e vagliò con passione e competenza le testimonianze letterarie ed epigrafiche relative a quell’epoca e dalle sue ricerche presero poi le mosse i più recenti ricercatori dell’antichità caprese.
A seguire, leggiamo uno scritto di Bruno Balsamo dedicato all’Associazione Marittima di Mutuo Soccorso tra Capitani di Meta. Prendendo spunto da un libro pubblicato nel 1952, Balsamo descrive la vita quotidiana della gloriosa istituzione e, soprattutto, lo stato d’animo di coloro che la frequentavano, immalinconiti dai ricordi della gioventù trascorsa sul mare.
Rosario Fiorentino informa poi sul recente restauro del chiostro di S. Francesco a Sorrento, uno dei luoghi simbolo della città. Dopo averne raccontato la storia, Fiorentino ne ricorda pure le complesse vicende architettoniche e illustra i saggi criteri che hanno ispirato gli ultimi interventi di restauro.
Un’altra nota di Enzo Puglia aggiunge un’ulteriore testimonianza sulle vicende della graziosa fontana che un tempo stava sul ponte di accesso a Sorrento. In particolare è ricordato un antico detto che celebrava il pregio della sua acqua.
Ancora Pasquale Vanacore annuncia poi il felice recupero di una tavola trecentesca raffigurante la Madonna delle Grazie fra S. Michele Arcangelo e S. Antonio di Padova, che nel 1979 fu rubata dalla chiesa vicana di S. Maria del Toro.
Il fascicolo contiene infine l’Indice dei primi quaranta numeri de la «La Terra delle sirene» curato da Luigina de Vito. L’Indice dei collaboratori si può consultare on line all’indirizzo https://independent.academia.edu/CentroStudiCapasso.

INDICE

Stefania Pollone - Federica Marulo
Un patrimonio da conoscere e preservare: il vallone dei Mulini di Sorrento

Vincenzo Russo
L’epidemia di peste e le imprese di Lautrec e Filippo Doria tra Napoli e il golfo di Salerno

Enzo Puglia
Le sirene della Topographia Paestana

Pasquale Vanacore
Diffidenza verso i vaccini nella storia della Penisola sorrentina

Eduardo Federico
Da filologo a biografo di un’isola. Humbert Kesel antichista

Bruno Balsamo
L’Associazione Marittima di Mutuo Soccorso tra Capitani di Meta in un racconto di Michele Paturzo, ufficiale di marina e scrittore

Rosario Fiorentino
Il chiostro di San Francesco a Sorrento. Storia e restauro

Enzo Puglia
La fontana di Piazza castello in un antico detto sorrentino

Pasquale Vanacore
Il recupero di un dipinto cinquecentesco della chiesa di S. Maria del Toro di Vico Equense

Indice dei primi quaranta numeri de «La Terra delle sirene»

F.to 17x24, Brossura Folo refe, pp. 136, Ill. B/N