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La maledizione della Liberta

Copertina del libro
€ 15,00
Versione stampata

Su una lastra di piombo, dimenticata per secoli e riemersa tempo fa a Monte Pitti, nel comprensorio di Campiglia Marittima (Li) è stato inciso un grido di dolore e un tentativo di rivalsa da parte di una liberta, una lautnita, Titi Setria. Era stata schiava, e molti, uomini e donne, le devono aver fatto passare brutti momenti. La sua storia non è dato conoscerla veramente, di lei solo questa maledizione è riemersa dalla terra e dall’oblio, ma troppo forti sono le sue parole per non suscitare l’immagine di un racconto. Le persone che sono citate in questa defixio sono marchiate per l’eternità da chi hanno sbeffeggiato e colpito. Non si sa come, l’evidenza archeologica non ce lo dice, ma si può provare a ricostruirne la vita. Titi Setria, dunque, nasce o forse rinasce per raccontare la vita quotidiana, gli amori, le passioni e anche gli odi che hanno attraversato il popolo etrusco in quel territorio magico che va dal mare, dove i pini marittimi fanno ombra, per giungere fino ai poggi dove i crinali sono definiti dai cipressi, simbolo di quell’antico popolo … ma la sua antichità è vicina a noi, moderna, universale.

F.to 17x24, pp. 178