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La terra delle Sirene / 35

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QUESTO NUMERO
La prima parte del numero 35 della nostra rivista è interamente dedicata ad an- tiche iscrizione inedite o solo da poco tempo venute alla luce nella Penisola sorrentina. Il primo saggio, firmato da chi scrive, tenta di ricostruire la misteriosa iscrizione latina medievale scoperta su una lastra di marmo che, riusata, servì poi a scolpire lo stemma di Sorrento collocato su una delle porte cittadine. La scritta, di cui si leggono solo poche lettere, è forse pertinente alla donazione di un balneum ai sorrentini ad opera di un imprecisabile benefattore. Il secondo articolo, firmato dall’epigrafista Maricí Magalhães e dal giovane archeologo Carlo Cocozza, illustra per la prima volta in modo esauriente sia un importante colombario di epoca romana venuto alla luce nel 1997 nella zona di Parsano Nuovo sia alcune epigrafi inedite che stavano sulle sepolture. Infine, un terzo contributo, anch’esso opera di Maricí Magalhães, ritorna su un epitafio del II-III d.C., da poco riaffiorato in una Santa Visita episcopale del 1754 all’abbazia di S. Pietro a Crapolla, per indagare sul nome e sulla famiglia degli Agellii. Ancora dedicato ai resti dell’antichità presenti nella nostra Penisola è il saggio successivo, dell’archeologa Maria Cristina Napolitano e dei restauratori Luigi Giordano e Teresa Squillante. Essi hanno ricostruito accuratamente le procedure seguite dal Settecento fino ad oggi per il distacco e la conservazione delle pitture parietali nelle ville stabiane e propongono di sanare alcune dolorose lacune pro- vocate da quei distacchi con la sistemazione, mediante nuove tecniche, di fedeli riproduzioni. Un lavoro di Vincenzo Russo, rigorosamente fondato su fonti archivistiche, ci porta poi più avanti nel tempo, fra Cinquecento e Seicento, e ripercorre una lunga e intricata vicenda riguardante la “peschera” sorrentina nei pressi delle isolette dei Galli. Lo studioso ricostruisce i meccanismi giuridici ed economici che regolavano la pesca nel nostro mare e i complicati interessi, di pescatori, appaltatori, gabellotti ed enti di vario genere, che si scontrarono per moltissimi decenni. La sezione successiva della rivista comprende tre articoli dedicati ad alcuni personaggi illustri che soggiornarono nella nostra terra lasciando un segno tangibile del loro passaggio. Il primo saggio, scritto da Gino Esposito, ci ricorda la permanenza a Sorrento, invero non volontaria, dello sfortunato Marco Vipsanio Agrippa Postumo, che il nonno Augusto relegò lontano da Roma per problemi di instabilità caratteriale e forse anche per ragioni politiche e dinastiche. Il secondo articolo, di Nives Reale, illustra con garbata sensibilità l’intenso rapporto che legò Sorrento al giovane poeta tedesco Paul Heyse, futuro Nobel per la letteratura nel 1910. Tanto felice fu quel connubio che Heyse ambientò la sua novella più celebre, L’Arrabbiata, proprio fra Sorrento e Capri. Infine il terzo contributo, di Giusy d’Esposito, racconta di un eclettico letterato francese, Camille Mauclair, il quale fu autore di numerosi libri di viaggio e, nel 1928, dedicò alcune interessanti pagine alle più rinomate località del Napoletano. Seguono poi due saggi dedicati al territorio di Vico Equense. Mario Verde ci guida nel casale di Pacognano, alla ricerca (documenti alla mano) dell’antica casa che fu realmente quella natale del famoso scienziato e letterato Giovan Battista della Porta. Pasquale Vanacore elenca invece alcuni documenti, di cui si ignorava finora l’esistenza, relativi al vescovo vicano Michele Natale, passato alla storia per essere stato giustiziato dopo la sua coraggiosa e convinta adesione alla Repubblica Napoletana del 1799. Tali documenti sono riemersi grazie a pazienti ricerche condotte nell’Archivio Storico Diocesano di Sorrento, dal quale è lecito attendersi ancora molte rilevanti novità. Prima del consueto notiziario che passa in rassegna le attività del Centro “B. Capasso”, conclude l’ampio fascicolo un saggio ‘sireniano’; in esso Enzo Puglia illustra un prezioso bassorilievo medievale conservato in una chiesa di Atrani, nel quale le sirene odissiache svolgono una evidente funzione allegorica.
Enzo Puglia

SOMMARIO

Questo numero

Enzo Puglia
L’epigrafe dello stemma di porta Parsano Vecchio a Sorrento

Maricí Martins Magalhães - Carlo Cocozza
Tre iscrizioni inedite dalla necropoli di Parsano Nuovo a Surrentum

Maricí Martins Magalhães
Un’iscrizione romana dall’abbazia benedettina di Crapolla riedita

Luigi Giordano - Maria Cristina Napolitano - Teresa Squillante
Dal Settecento ai recenti restauri: il distacco delle pitture nelle ville stabiane, prospettive di ricerca

Vincenzo Russo
Una controversia secolare per i diritti sulla pesca nel mare dei Galli

Gino Esposito
Omaggio ad Agrippa Postumo nipote di Ottaviano Augusto

Nives Reale
La primavera sorrentina di Paul Heyse

Giusy d’Esposito
Camille Mauclair viaggiatore francese a Napoli

Mario Verde
La verità sulla casa di Giovan Battista della Porta in Pacognano di Vico Equense

Pasquale Vanacore
Documenti riguardanti Michele Natale vescovo di Vico Equense nell’Archivio Storico Diocesano di Sorrento

Enzo Puglia
I pavoni salvifici e le sirene malefiche di Atrani

Tanti anni fa … storia, folklore, curiosità della Penisola sorrentina (a cura di Antonino Del Duca)

Le attività del Centro B. Capasso

F.to 17x24, Brossura filo refe, pp. 128