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del Cibo pitagorico ovvero erbaceo Ristampa integrale della rara edizione napoletana del 1781

Copertina del libro
€ 26,00
Versione stampata

Introduzione e 60 gustose ricette aggiornate di LEJLA MANCUSI SORRENTINO

Niente carne, è il passaparola ormai dilagante che di giorno in giorno rende più folte le file dei vege- tariani di tutto il mondo. Scelta adottata spesso per salutismo, talvolta per fede ecologica, per etica o semplicemente per moda. Un tale stile di vita non è un’invenzione recente, ha anzi radici antichissime e i tempi sono ormai maturi per proporre ai gastronomi colti la ristampa anastatica del trattatello intito- lato Del cibo pitagorico ovvero erbaceo per uso de’ Nobili e de’ Letterati, pubblicato nel 1781 da Vincenzo Corrado, celebre gastronomo che dominò la scena conviviale napoletana a cavallo tra Settecento e Ottocento. Convinto della fondatezza dei principi dell’illuminismo improntati al raziona- lismo e ad un maggiore rispetto verso la natura, Corrado pensò di interpretare questa filosofia in chia- ve alimentare e, in antitesi con la cucina classica allora in auge molto elaborata e complessa, propose una cucina più semplice e leggera basata sui prodotti offerti dalla natura. Raccolse dunque le sue proposte in questo piccolo ricettario di pietanze preparate con erbe fresche, radiche, fiori, frutta, semi e tutto ciò che la terra produce, salvaguardando il gusto delicato dei nobili e provvedendo alla conservazione in salute dei letterati, senza rinunziare al lusso di imbandire laute mense. Per rendere più appetibili le scialbe ver- dure e i cibi erbacei, il Corrado si concesse però molte licenze facendo ricorso a sughi di carne, insacca- ti, lardo, sugna, prosciutto, frattaglie e quant’altro potesse dar sapore a piatti di verdura troppo rustici per i palati raffinati cui era destinato. Il suo cibo pitagorico consiste pertanto in una cucina vegetariana alquanto atipica. Cibo Pitagorico è in pratica sinonimo di dieta vegetariana, e porta il nome del filosofo greco perché Pitagora è considerato universalmente il fondatore del vegetarianismo occidentale, consacrato tale da Ovidio nel XV libro delle Metamorfosi. Nella prefazione Lejla Mancusi, dopo un’attenta analisi del testo e delle ricette del Corrado, ripercorre a volo d’uccello le tappe del vegetarianismo dall’antichità all’età moderna e cita alcuni dei personaggi illustri che aderirono al movimento nelle diverse epoche sto- riche. Inoltre suggerisce in appendice una cinquantina di ricette vegetariane molto semplici prendendo spunto da quelle del Corrado opportunamente rivisitate.

Formato (cm 17x24); pp. 120, con un ritratto dell’ Autore e alcune stampe d’epoca