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La lirica di Edvard Kocbeck

Copertina del libro
€ 18,00
Versione stampata

Con un ricordo di Boris Pahor - Prefazione di Paolo Rumiz - Illustrazioni di Lojze Spacal Un saggio finora inedito, la tesi di laurea di Boris Pahor sul poeta Edvard Kocbek: antifascista e cattolico come Pahor e come lui, soprattutto, sloveno, cantore delle tradizioni, dei paesaggi, della cultura della sua nazione. Il sodalizio tra i due è evidente già in questa tesi del 1947, che vuole evidenziare l’impegno etico e sociale del poeta contro le critiche di chi lo dipingeva come un autore di retroguardia, dagli orizzonti limitati a nostalgie agresti e introspezioni senza costrutto; un’intesa che porterà Pahor a diffondere la clamorosa intervista con cui, nel 1975, Kobcek denuncerà i crimini del regime jugoslavo. Un omaggio allo scrittore sloveno di passaporto italiano, che nella prefazione Paolo Rumiz definisce “un monumento al dovere della memoria”. Il libro contiene infatti anche un testo frutto di un incontro avvenuto recentemente all’Università di Padova, in cui Pahor ha raccontato memorie di eventi decisivi e dolorosi che i decenni rischiavano di offuscare: l’identità slovena mantenuta nell’intimo, gli studi durante la guerra, il Lager alsaziano narrato in “Necropolis”, e naturalmente la lingua slovena che gli consentì di capire polacchi, cechi, russi e ucraini, diventando indispensabile soprattutto nella gestione dell'infermeria. Per un magnifico contrappasso della storia, proprio la lingua negata dall'oppressore diventava fattore di salvezza e riabilitazione.

F.to 15x21, Brossura, pp. 144, Ill.