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VENEZIA - Guida Musicale Tutta la città in 43 itinerari

Copertina del libro
€ 16,50
Versione stampata

Seguire per calli e campielli le orme dei grandi musicisti, spiarli in casa in albergo nei caffè, raccontarne le impressioni i sopralluoghi le vicende… È quanto ci propone la presente Guida musicale di Venezia con i suoi quarantatré itinerari. Ecco Mozart al Ridotto, all’Arsenale, nei palazzi Patriarcale e Giovanelli, addirittura a Padova, dove suona l’organo della chiesa di Santa Giustina. Pochi anni dopo la laguna sarà scenario del piccante erotismo di Lorenzo Da Ponte, destinato a diventare il miglior librettista proprio del salisburghese. Intanto, la misteriosa vicenda di tale Penelope Mozart crea la suspense di un giallo. Il secolo successivo vede apparire al teatro San Moisè il diciottenne Rossini – che di lì a poco darà al San Benedetto L’italiana in Algeri – o al San Luca il ventunenne Donizetti, entrambi dominatori, insieme a Bellini, delle scene della Fenice, prima che vi esordissero i capolavori di Verdi: Ernani, Attila, Rigoletto, Traviata, Boccanegra. Nel frattempo Wagner occupa i freddi e ampi saloni di Ca’ Giustinian per comporvi il secondo atto di Tristano e Isotta, ignaro che il destino avrebbe posto fine ai suoi giorni proprio sul Canal Grande, a palazzo Vendramin. Il Novecento vede protagonista della vita musicale veneziana Stravinsky, che esegue una sua Sonata per pianoforte a palazzo Contarini Dal Zaffo, compone il balletto Agon all’albergo Bauer Grünewald e negli anni Cinquanta onora Venezia di prestigiose prime: The Rake’s Progress alla Fenice, il Canticum Sacrum a San Marco, Threni alla Scuola Grande di San Rocco, il Monumentum pro Gesualdo a palazzo Ducale. Contemporaneamente Britten fa esordire The Turn of the Screw alla Fenice e compone Curlew River a palazzo Mocenigo, prima di dedicare alla città quel Death in Venice, ispirato dall’omonimo racconto di Thomas Mann. Il panorama musicale lagunare non può che concludersi con Luigi Nono, nato e morto nella stessa casa alle Zattere, a sottolineare come la stringente modernità non escluda mai il forte radicamento identitario.

F.to 11,5x21 cm, Brossura, pp. 336