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Rivista 14 - Cosa Insegnare

Copertina del libro
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La scuola dell’obbligo, i licei e l’università rappresentano un’enorme macchina burocratica, con dei costi altissimi, dove gli interessi di categoria, l’orientamento politico, il sostentamento del contenitore (scuola) a scapito del contenuto (educazione), l’interpretazione di “comodo” della storia e della scienza attraverso un’imponente messe d’interessi politico-finanziari, condizionano orientamenti, obiettivi e risultati del percorso di studi. Le “prevenzioni” di una scuola e di un’università governate in tal modo producano idee asfittiche, parcellizzate, e asservite ad una cultura di regime terrorizzata da tutto ciò che non è “laico” e, in tal modo, non creano né libertà né ampliamento delle coscienze.
L’introduzione di Claudio Lanzi mostra come i tentativi di opporsi ai programmi e ai luoghi comuni dettati dal “fideismo laicista” imperante, vadano a scontrarsi con un accademismo parruccone, assai più interessato al mantenimento di posizioni di potere raggiunte, che al reale sviluppo della conoscenza e dell’armonia dell’ambiente in cui vive ed opera l’uomo e, soprattutto, il giovane studente.
Nell’intervento del prof. Giertych viene mostrato, con rigore scientifico e con grande semplicità il modo con cui l’evoluzionismo è diventata un’espressione di “fede” intoccabile anche se tutti i capisaldi di tale fede sono stati stravolti dalla stessa evoluzione degli studi antropologici e genetici. Nel secondo intervento il prof. Mazzola mostra come l’architettura del cemento sia precipitata in una forma altrettanto intoccabile di “fideismo architettonico” e, nonostante le brutture e i disastri ambientali prodotti sia nell’arte sacra che nell’urbanistica civile, sèguiti ad essere difesa ad oltranza per interessi tutt’altro che estetici e urbanistici. Si tratta di due discipline apparentemente distanti fra loro ma, in realtà, frutto di quel “modernismo” post industriale che, angosciato dall’esigenza di laicità,ha finito per creare un apparato “laicamente religioso”assai più potente di quello che, una volta, veniva difeso dall’Inquisizione.

pp. 130