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Ultimo banco

(Collana Hemingway)

Copertina del libro
€ 12,00
Versione stampata

Tascabile, pp. 180, brossura
«Aveva visto mille volte la carta dell’Inferno, ma non si era mai accorta che aveva precisa la forma di un utero». Starnone a parte, era dai tempi di Giovanni Mosca che non si leggeva un libro così vivo e vero sulla realtà della scuola, qui vista bi-partisan, da entrambe le sponde della “barricata”. Salvo scoprire, poi, che insegnanti e alunni stanno dalla stessa parte: molto più di quanto gli accada di credere, durante gli anni della loro forzata e quotidiana frequentazione. Chiunque può riconoscersi nella tipicità di questi racconti dal sapore fortemente umano, dove in filigrana ha modo di trasparire la storia recente e contemporanea del nostro Paese, oltre che per i suoi accadimenti di pubblico dominio (ad esempio gli “anni di piombo”, il rapimento e la uccisione di Aldo Moro), anche per il tessuto minimo della sua evoluzione sociale, di cui la scuola è (o dovrebbe essere) laboratorio permamente. Ottime le qualità della narrazione: fresca, vivace, divertente, tutta cose, in grado di tenere incollati alla pagina. Si legge d’un fiato. Marco Onofrio «L’Ultimo banco è la cattedra. I protagonisti sono insegnanti ritratti nel loro barcamenarsi fra le difficoltà esistenziali e la complessità del mondo della scuola. Il taglio ironico, via via sempre più umoristico, suscita sorriso e comprensione per le loro nevrosi e per i loro maldestri tentativi di competere con il mondo esterno e di uscire dalla solitudine». Il Venerdì di Repubblica «Non si tratta di racconti a quattro mani, ma di testi che, pur scritti separatamente dalle due autrici, hanno una coerenza narrativa: rivelano un rapporto talvolta lieve, talvolta doloroso, sempre intenso, con l’istituzione scuola». Roberto Cotroneo