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6. Le necropoli di San Pietro al Natisone e Dernazzacco

Copertina del libro
€ 25,00
Versione stampata

Collana: Studi e ricerche di protostoria mediterranea - Vol 6
Numero Pagine: 304 - Illustrazioni: 58 ill. in b/n, XXXIX tavv.

P. Càssola Guida, Prefazione; M. P. Muzzioli, Presentazione; S. Vitri, Presentazione; Introduzione. I - Le necropoli protostoriche del territorio di San Pietro al Natisone e di Dernazzacco: le vicende della ricerca. II – Le necropoli di San Pietro al Natisone: proposte di localizzazione e analisi dei sati bibliografici e d’archivio. III – La necropoli di Dernazzacco: localizzazione e analisi dei dati bibliografici e ed’archivio. IV – I materiali. V – Analisi crono-tipologica dei materiali. VI – Conclusioni. Introduzione alle Appendici: Appendice I; Appendice II. Abbreviazioni e bibliografia. Dopo alcuni anni d’interruzione, le pubblicazioni della collana sono riprese nel 2006 con un lavoro che costituisce uno dei risultati più significativi del progetto Interreg IIIA Italia-Slovenia “Tra Natisone e Isonzo: storia e archeologia di un territorio”, nato dalla collaborazione tra studiosi delle Università di Trieste, Udine e Lubiana, musei italiani e sloveni, enti locali ed altre istituzioni. Con una paziente indagine sui dati d’archivio e sugli oggetti di corredo delle due necropoli dell’età del ferro, scavate quasi un secolo fa ma mai studiate e pubblicate integralmente, Silvia Pettarin è riuscita a distinguerne almeno in parte i materiali, che dopo decenni di rimescolamenti sembravano irrimediabilmente confusi. Grazie ad un’accurata analisi cronotipologica degli oggetti la studiosa ha potuto presentare una minuziosa scansione temporale dei complessi, proponendo una preliminare ricostruzione dell’intero periodo d’uso delle necropoli – dall’VIII fino al II sec. a.C., ormai a ridosso della romanizzazione –. La collana STUDI E RICERCHE DI PROTOSTORIA MEDITERRANEA è diretta da Paola Càssola Guida. Più di trent’anni di ricerche sul terreno e di studi nei musei, nelle biblioteche e negli archivi del Friuli e della Venezia Giulia, analisi di vecchi materiali, indagini scientifiche (archeometriche, bioarcheologiche, paleoantropologiche) stanno dando finalmente considerevoli risultati: ricevono adeguata illustrazione villaggi fortificati (“castellieri”) e tumuli funerari, materiali di collezione e depositi museali, importanti “ripostigli” di bronzi. Un patrimonio archeologico che era rimasto a lungo sconosciuto viene messo a disposizione degli studiosi di protostoria ed assume contorni nuovi grazie alla prossima pubblicazione, nella stessa serie, di atti di convegni internazionali miranti a mettere in luce le amplissime e significative connessioni culturali della frontiera nordorientale dell’Italia protostorica.