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La pietra nera di Nassiriya. In margine alla ricognizione archeologica del CNR nell'Iraq meridionale.

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€ 30,00
Versione stampata

MSM 9/22/2 In 8°, pp., 275 - 484 INDICE
Dedica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Introduzione - Le motivazioni del viaggio . . . . . . . . . . . . . .
I. – I preparativi per la partenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
II. – Arrivo, sistemazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
III. – La Ziqurrat di Ur si staglia all’orizzonte: la III Dinastia di Ursi presenta . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . IV. – La perimetrazione della città; l’identificazione dei palazzi, dei templi, delle tombe. Considerazioni sullo stato attuale delle rovine . . .
V. – Il cimitero reale e gli ipogei della III Dinastia di Ur . . . . . . .
VI. – La pietra nera di Nassiriya . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
VII. – Prima ricognizione archeologica di Eridu e la grande scoperta
VIII. – L’incidente del Capo Missione e suo forzato rimpatrio. Il lavoro continua: conferenze a Camp Mittica; II e III ricognizione a Eridu, prima ed unica ricognizione a Obeid . . . . . . . . . . . . .
IX. – Richiesta di spiegazioni, la fine della Missione, le notizie apparsa sulla stampa nazionale ed internazionale, l’operazione del Capo Missione, la conferenza a Münster . . . . . . . . . . . . . . . .
X. – I diari di bordo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
XI. – Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Indice delle Illustrazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
PREMESSA(
Il 7 marzo 2006, dopo aver salutato il Direttore Generale, il dott. Angelo Guerrini, e il dott. Andrea Lapiccirella, allora mio direttore, colleghi e amici, Mauro ed io scendemmo d’un fiato le scale alla volta dell’ingresso principale dove Giovanni Pettinato ci attendeva impaziente. A salutarci affettuosamente c’era la mia assistente, la dott.ssa Mara Murgia, e le mie dirette collaboratrici del Progetto Iraq: Museo virtuale di Baghdad: le dott.sse Diana Allegretti e Giovanna Colombo e dopo esserci accomiatati dalla sig.ra Norma Picciafuochi finalmente lasciammo la sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ci avviammo verso l’autostrada diretti all’aeroporto militare di Pisa dove all’alba del giorno seguente ci saremmo imbarcati su un C130 dell’aeronautica militare alla volta di Tallil, Iraq meridionale. Un viaggio per noi avventuroso in quanto nessuno di noi aveva mai avuto l’occasione di metter piede in un aeroporto militare, salire su un C130 e atterrare in una base militare. A Pisa ci attendeva la collega Anna Vaccarelli che ci avrebbe abbracciato, rifocillato, salutato e fatto accompagnare dal marito alla base militare, varcatone l’ingresso entravamo in territorio ignoto. Il tanto sospirato viaggio, che racconteremo in questo libro, stava per iniziare. Molti sono stati gli incontri che hanno segnato la nostra vita a Camp Mittica – la base italiana a Nassiriya –, diverse le scoperte, difficile ringraziare tutte le persone che in un modo o nell’altro hanno contribuito all’esito favorevole della nostra missione. A tutti coloro che abbiamo avuto l’onore e il piacere di incontrare a Camp Mittica va il nostro caloroso ringraziamento, senza dimenticare chi ci ha seguito passo dopo passo, dall’Italia, e che non vuole essere menzionato, o chi ci ha lasciato, come il Maresciallo capo Franco Lattanzio a cui è dedicato questo libro. Nell’offrire alla stampa un volume con le nostre impressioni di un viaggio che ci ha fatto immergere attraverso siti noti dall’archeologia nella millenaria storia dell’antico Iraq e dei suoi abitanti, è d’obbligo ringraziare alcune persone, oltre (*) I testi dell’Introduzione e dei capp. I, II, VII sono stati redatti da Silvia Chiodi, i capp. III, VI, IX dal prof. Giovanni Pettinato, il cap. IV, tranne la parte storica di Silvia Chiodi, è di Mauro Mazzei, i rimanenti sono stati scritti a più mani, di conseguenza la paternità dei diversi paragrafi è indicata all’interno del libro. 276 S. CHIODI, M. MAZZEI, G. PETTINATO ovviamente alle Istituzioni che rappresentano, per la loro fraterna accoglienza, nonché per la simpatia dimostrataci nel periodo di permanenza a Nassiriya. Nassiriya è il nome della città moderna del sud dell’Iraq che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia dell’antico Iraq a cominciare dal 3000 a.C. fino al periodo romano ed oltre. Arrivati nel pomeriggio del giorno 8 a Tallil, l’aeroporto americano, e trasferiti con jeep militari nel campo Mittica abbiamo potuto ammirare la città sumerica di Ur, la cui torre a gradoni, la Ziqurrat, si staglia ancora oggi, imponente e maestosa agli occhi anche di noi visitatori estemporanei. La città di Ur, scavata negli anni Trenta da una missione inglese guidata da Sir Leonard Woolley, e che è stata immortalata in un libro, tradotto anche in italiano, dal titolo Ur dei Caldei, fu nel III millennio a.C. capitale di un regno importantissimo e sede di un governo regionale passato alla storia come III Dinastia di Ur. La prima scoperta, di cui narreremo in questo libro, riguarda la stessa città di Ur e la seconda la città di Eridu, che si trova a circa 30 km a sudovest di Ur. Un ringraziamento particolare rivolgiamo, innanzitutto, al prof. Fabio Pistella, Presidente del CNR, al Direttore Generale, dott. Angelo Guerrini, al prof. Roberto de Mattei, Vice Presidente del CNR, all’allora direttore del DCSPI e mio direttore, il dott. Andrea Lapiccirella, all’attuale direttore del DCSPI dott. Fabrizio Tuzi, al Direttore del ORAG nonché responsabile amministrativa del Progetto Iraq: Museo virtuale di Baghdad, dott.ssa Giovina Mazzei e ai molti colleghi che hanno partecipato al progetto stesso. Siamo grati per l’importante ruolo svolto dall’ex Sig. Ministro On.le Antonio Martino unitamente all’attuale Sig. Ministro On.le Arturo Parisi del Dicastero della Difesa; al Capo di Stato Maggiore, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, al Generale Filiberto Cecchi – ora Capo di Stato Maggiore dell’Esercito –, al Colonnello Roberto Milano, responsabile della Divisione J9 del Comando Operativo Interforze (COI) dello Stato Maggiore della Difesa, al Gen. Ugo Zottin, ex Comandante della Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), al Comandante della Brigata Sassari, Generale Natalino Madeddu, all’ex Comandante del Multinational Specialized Unit (MSU), Colonnello Paolo Maria Ortolani, nonché ai tre carabinieri del TPC che non ci hanno mai “perso di occhio”: Maresciallo Capo Franco Lattanzio (promosso, a seguito dell’attentato in cui perse la vita, a Maresciallo Aiutante sostituto Ufficiale Pubblica Sicurezza), Maresciallo Salvatore Simone, Appuntato Gerardo Cava; al Maresciallo Corrado Atzori che ha scorazzato in lungo ed in largo Giovanni, al personale medico e alle crocerossine dell’Ospedale da Campo, al medico dei Carabinieri, al Colonnello Roberto Perrotti che ha organizzato, per lo Stato Maggiore, una delle due conferenze sulla LA PIETRA NERA DI NASSIRIYA 277 civiltà sumerica, al Col. Salvatore Menditto che ha realizzato foto e tre filmati da elicottero dei tre siti di studio, all’artificiere che ci ha dedicato un’intera serata per cercare di comprendere che cosa era successo a Eridu, al Maggiore Marco Mele che ha trasmesso tutti i comunicati stampa relativi al nostro lavoro e ci ha messo in contatto con alcune testate giornalistiche, al Maresciallo Pietro Morongiu che ha avuto la sensibilità di avvisarmi della morte di Franco Lattanzio pochi istanti prima della comunicazione radiotelevisiva, nonché a tutti gli amici, diventati tali per l’occasione, delle diverse forze armate presenti a Nassiriya e dello sparuto gruppo di civili tra cui vorremmo ricordare Piero Tanzi da noi soprannominato “l’Uomo del Petrolio” con cui abbiamo passato serene e allegre serate. Al Ministro Plenipotenziario Riccardo Sessa, allora Direttore Generale della Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri, al Ministro Plenipotenziario Cesare Ragaglini, attuale Direttore della Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente; al Ministro Plenipotenziario Gerardo La Francesca, allora coordinatore della Task Force Iraq del Ministero degli Affari Esteri, al Ministro Plenipotenziario Gianludovico De Martino, ora coordinatore della Task Force Iraq della Farnesina, precedentemente Ambasciatore a Baghdad durante la nostra permanenza a Nassiriya, carica poi ricoperta dall’ambasciatore Maurizio Melani; a Carmelo Ficarra, allora Segretario di Ambasciata a Baghdad; alla segreteria amministrativa della Task Force Iraq, soprattutto nelle persone della dott.ssa. Mirella Lijoi, del dott. Giorgio Rettura e del dott. Mauro Nardelli; all’Unità di Crisi della Farnesina nella persona della dott.ssa Nicoletta Casciati, con cui ero quotidianamente in contatto durante la nostra permanenza a Nassiriya, al Luogotenente e amico Renato Spedicato che, conosciuto nel 2004 durante la missione a Baghdad, ha seguito sempre le nostre attività con i suoi preziosi consigli, al personale medico e paramedico del Celio; al dott. Paolo Pelis degli Ospedali Riuniti di Bergamo e alla sua équipe, che ha avuto l’ingrato compito di operare una brutta caviglia spezzata, agli amici e ai parenti che hanno aspettato trepidanti per un lungo mese il nostro rientro in patria mentre noi passavamo i nostri momenti di relax scherzando come in una vera e propria caserma; al Padre Mariano, cappellano della Brigata sempre pronto ad aiutarci, augurandogli di officiare, finalmente, una celebrazione gioiosa e festosa. Al Soprintendente Archeologico Culturale e Direttore del Museo di Nassiriya, dott. Abdul Amir Hamdani, al Governatore del Dhi Qar, Azizi K. Alwan, al Vice Direttore dell’Università Scienze Archeologiche di Nasiriyah, al Rettore della Facoltà di Storia dell’Università di Nassiriya, dott. Ali el-Safnial Direttore del Centro Artistico Culturale di Nasiriyah, ai docenti universitari del sud dell’Iraq, ai collaboratori del Direttore del Museo di Nassiriya, al giudice Mohammed Jasim Dieban del 278 S. CHIODI, M. MAZZEI, G. PETTINATO foro di An Nasiriyah di cui abbiamo un dolce ricordo e che ringraziamo per la sensibilità ed il coraggio mostrati verso la salvaguardia del patrimonio iracheno. Ai Sig.ri Ministri degli Esteri, On.le Franco Frattini, On.le Gianfranco Fini e On.le Massimo D’Alema, che si sono adoperati costantemente per le nostre attività in Iraq e per la realizzazione del Museo Virtuale, va il nostro caloroso grazie. All’avv. Alberto Gommellini che con estrema pazienza ha seguito le nostre vicissitudini e all’On.le prof. Gerardo Bianco e alla dott.ssa Gianna Cioni, della Segreteria Nazionale della FLCGIL, che con grande amicizia e simpatia hanno creduto nel nostro lavoro, un ringraziamento particolare. Un grazie, poi, all’amico Stefano Rocca che ha pazientemente riletto il manoscritto dandoci utili consigli; e al dott. Franco e alla dott.ssa Leda Catucci per la supervisione. All’Accademia dei Lincei ed in particolare alla Classe di Scienze Morali, che ha accolto favorevolmente la pubblicazione nelle sue Memorie di questo lavoro, va infine il nostro più caloroso ringraziamento. Il libro, che qui offriamo al lettore italiano, si prefigge da ultimo un duplice scopo: dimostrare innanzitutto che la missione italiana a Nassiriya aveva il carattere di missione umanitaria, anche se segnata pesantemente dalle perdite di vite umane; secondo, di evidenziare il contributo delle diverse istituzioni italiane che hanno partecipato alla realizzazione del Museo Virtuale, alla conservazione e alla conoscenza del patrimonio culturale iracheno, un vero tassello della storia e dello sviluppo del pensiero non solo del mondo arabo ma dell’intera umanità. Abstract
La Pietra Nera di Nassiriya.
In margine alla ricognizione archeologica del CNR nell’Iraq meridionale