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Manuale dell'architetto

Copertina del libro
€ 20,00
Versione stampata

Paginaz. varia, 274 tav. Ristampa anastatica 1990
Si possono riconoscere ad un manuale due funzioni: l'esame sistematico e ordinato con finalità pratiche degli aspetti costitutivi dell'opera architettonica; la diffusione o volgarizzazione dei principi e delle teorie dell'architettura per mezzo di una più facile consultazione e di più schematiche indicazioni. Attraverso la seconda funzione esso accentua la codificazione delle conoscenze fino a proporsi come strumento per la pratica professione. Il manuale restituisce uno "spaccato... dell'evoluzione della produzione edilizia... un quadro del mestiere di edificare che è stato ai margini di ogni interesse della critica" (L'arte di edificare, Milano, 1981), anche se è sopra tutto ad esso che si affida la produzione edilizia più vasta e diffusa e quindi la qualità media di tale produzione. Il profilo qualitativo estremamente basso della produzione edilizia più diffusa è sotto gli occhi di tutti, ma sarebbe semplicistico attribuire la responsabilità di questo alla cattiva qualità o addirittura alla mancanza di manuali. Di fatto, negli ultimi trent'anni, la manualistica è stata sostituita dal diffondersi di una molteplicità di riviste e di testi monografici relativi ai "tipi" architettonici (gli alberghi, i teatri, gli ospedali, ecc.) che si caratterizzavano per il seguire due direzioni programmatiche nettamente scollate: da un Iato le riviste "colte", attente all'evolversi della teoria architettonica, al pensiero ed al prodotto eccezionali; dall'altro le riviste "tecniche", spesso settoriali dedicate soltanto all'aggiornamento o anche solo alla volgarizzazione di tecnologie e di materiali più o meno innovativi. E la divaricazione si è andata sempre più allargando, dimenticando di saldare "teoria" e "prassi" che aveva operato, sul finire degli anni trenta, la Casabella-Costruzioni di Giuseppe Pagano. L'eredità di tale impostazione fu raccolta, sotto la sensibilissima guida di Mario Ridolfi, dal Manuale dell'Architetto edito dal CNR nel 1946. Presentando su "Metron" il Manuale dell'Architetto Ridolfi annota: "La necessità di un moderno manuale, redatto con criteri di praticità e facile consultazione, era sentita da molti architetti in Italia... l'esigenza di un Manuale dell'Architetto che con limitato spazio contenga il maggior numero di informazioni utili alla progettazione". Il Manuale nasce dalla mediazione della cultura razionalista di matrice tedesca, coltivata da Ridolfi negli anni trenta, con la coltura materiale italiana nell'ambito della quale lo stesso Ridolfi operava. Ne nasce uno strumento non astratto che tenta un bilancio delle risorse materiali disponibili razionalizzate attraverso codificazioni legate alla pratica costruttiva. L'immediato riscontro operativo del Manuale dell'Architetto fu la ricostruzione post-bellica e segnatamente, il primo settennio delle realizzazioni INA-Casa che coagulò una pratica costruttiva consolidata e diffusa su tutto il territorio nazionale.